nauprēstis (ναύπρηστις, ἡ)

Autore Fabrizio Di Sarro
Traduzione Incendio di nave, nave in fiamme
Etimologia

Il termine ν è un composto formato dal sostantivo →ναῦς (“nave”) e dal verbo πίμπρημι/πρήθω (“soffiare, gonfiare”, ma anche “incendiare, bruciare”). La costruzione è analoga a quella del sostantivo βούπρηστις (su cui cfr. Frisk, GEW, II, 539; Amigues 1990, 89-97; Chantraine, DELG, II, 191; Beekes – van Beek 2010, 232, 1192), indicante un coleottero velenoso “qui enflamme les bœufs” (Amigues, ibid., 89; cfr. e.g. Hippoc., Nat. mul., 32; Gal., De simpl. med. facult., 12.364 K): al primo elemento del composto (βοῦς/ναῦς) si sono aggiunti il tema verbale πρη- con sigma anorganico e il suffisso -τις (cfr. Chantraine, ibid., 903).

Attestazioni lessicografiche

Etym. Magn., 598 K,  s.v. Ναύαιθος: Ποταμὸς Ἰταλίας. Τῶν ἐξ Ἰλίου  πλεόντων Ἑλλήνων κατήχθησαν τινὲς εἰς τὸν ποταμὸν τοῦτον· αἱ δὲ αἰχμάλωτοι, εὐλαβούμεναι τὴν ἐν τῇ Ἑλλάδι δουλείαν, καὶ τὴν ἐσομένην ζηλοτυπίαν τῶν γυναικῶν αὐτῶν, ἐνέπρησαν τὰς ναῦς· καὶ ὁ μὲν ποταμὸς ὠνομάσθη Ναύαιθος, ἀπὸ τοῦ αἴθω· αἱ γὰρ γυναῖκες, ναυπρήστιδες· καὶ αἱ νῆες, πρηστίδες. (Cfr. Ps.-Zonar., N1385, s.v. Ναύαιθος).

Trattazione:

Il termine ν è attestato unicamente al nominativo plurale (cfr. supra, attestazioni lessicografiche; Apollod., Epit., 6, 15c; Schol. vet. in Lycophr., Alex., 921; Schol. vet. et recent. part. I. et J. Tzetz. in ibid.) e il contesto è sempre lo stesso, vale a dire l’illustrazione delle ragioni per le quali il fiume Nauaithos o Neaithos (oggi Neto), che scorre nell’attuale Calabria settentrionale e sfocia nel Mar Ionio ca. 15 km a nord di Crotone, è così chiamato: secondo una tradizione, le navi di un gruppo di Greci di ritorno da Troia, approdate presso questo fiume, furono incendiate dalle donne troiane condotte prigioniere, le quali erano spaventate dal destino di schiave che le attendeva in Grecia; il fiume fu dunque denominato Nauaithos (un composto di ναῦς e αἴθω, “brucio, incendio”), le prigioniere troiane Nauprēstides (“incendiatrici di navi”) e le navi prēstides (navi “incendiate, in fiamme”). Apollodoro (cfr. anche Schol. vet. et recent. part. I. et J. Tzetz. in Lycophr., Alex., 921) specifica che tra le prigioniere erano anche Etilla, Astioche e Medesicasta, figlie di Laomedonte e sorelle di Priamo; e che i Greci approdati presso il Neto, rimasti senza navi, si stabilirono nell’area. Questo episodio era alquanto noto: tra gli altri autori che vi fanno riferimento, fornendo in qualche caso informazioni significativamente differenti quanto alla localizzazione, all’identità dei naviganti e all’iniziativa dell’incendio, si segnalano Virgilio (Aen., 5, 620ss.), Dionigi di Alicarnasso (Ant. Rom., 1, 72: cfr. FGrHist 4 F 84 e 5 F 3), Strabone (6, 1, 12; cfr. 6, 1, 14 e 7a, 25), Plutarco (Vit. Rom., 2; De mul. vir. 243e-244a; Quaest. Rom., 6, 265b-c: cfr. Arist., fr. 609 R3) e Solino (1, 2). Per una trattazione dettagliata della questione cfr. Ampolo – Manfredini 2012, 263-6 con bibliografia.

Per quanto concerne l’utilizzo del verbo πίμπρημι/πρήθω per la costruzione di un sostantivo designante l’incendio delle navi, si consideri che il campo semantico di questo verbo (su cui cfr. Graz 1965, 223-33; Chantraine, ibid., 903) ruota intorno alle nozioni del soffiare e del gonfiare, come dimostrano chiaramente tanto alcune occorrenze omeriche (e.g. Il., 1, 481 e Od., 2, 427: in entrambi i casi il riferimento è alle vele gonfiate dal vento) quanto i sostantivi e gli aggettivi derivati (e.g. εὔπρηστος, “che ben soffia”, e, in ambito medico, πρῆσμα, “gonfiore”); ma che gli usi più frequenti sono quelli del composto ἐμπίμπρημι/ἐμπρήθω, spesso accompagnato dal sostantivo πῦρ (“fuoco”) al genitivo o al dativo, per indicare proprio l’azione dell’incendiare, del dare fuoco a qualcosa (cfr. Chantraine, ibid., 903; Graz, ibid., in cui si riflette sull’impiego di πῦρ al genitivo o al dativo come complemento). Significativamente, peraltro, nell’Iliade tale costruzione è impiegata unicamente per designare l’incendio di navi (nello specifico, le navi achee: cfr. 8, 182, 217, 235; 9, 242; 12, 198; 14, 47; 15, 417; 16, 82; 22, 374), azione cui fanno riferimento anche tre delle sole quattro occorrenze in cui il verbo non è accompagnato da πῦρ (13, 319; 15, 507, 702; la quarta occorrenza è relativa invece all’incendio di Calidone da parte dei Cureti: 9, 589) (cfr. Chantraine, ibid., 903; Graz, ibid., spec. 226-7). Per altri usi di questo verbo (e della forma semplice), con o senza l’aggiunta di πῦρ, per riferirsi all’incendio di imbarcazioni cfr. e.g. Eur., Tro., 81 e Rhes., 392 (altri due riferimenti all’incendio delle navi achee nel contesto della guerra di Troia); Hdt., 9, 106, 1; Thuc., 6, 64, 3; Plut., Vit. Alc., 37, 5; App., B Civ., 5, 12, 111. Ἐμπίμπρημι/ἐμπρήθω ha dunque l’accezione specifica di “incendiare, infiammare” (cfr. anche i derivati ἐμπρηστής, “incendiario”, e ἐμπρησμός, “incendio, combustione”), che però ha acquisito solo progressivamente, come sembrano suggerire le sopra menzionate occorrenze omeriche in cui tale significato viene ottenuto aggiungendo il complemento πυρός/πυρί: questo restringimento di significato potrebbe essere dovuto proprio al fatto che in Omero il verbo è impiegato soltanto in riferimento all’incendio delle navi achee (con una sola eccezione: cfr. supra), un tema di grande rilievo in quanto leitmotiv della sezione centrale dell’Iliade e immagine stereotipata della sconfitta achea (cfr. Graz, ibid., spec. 226-7). Si tenga però presente che il legame tra πίμπρημι/πρήθω e il campo semantico del fuoco è originario: già la radice IE (*perǝ-: prē) risulta connessa tanto a questo ambito quanto a quello del gonfiore (ambiti che, nel greco, sono sovrapposti nel linguaggio medico: termini come πρῆσις/ἔμπρησις, πρηδών e il sopra menzionato πρῆσμα indicano infatti il rigonfiamento causato perlopiù da infiammazione) (cfr. Frisk, ibid., 538-9; Graz, ibid., 225; Chantraine, ibid., 903; Beekes – van Beek, ibid.).

Bibliografia
  • Amigues 1990: S. Amigues, «Bouprestis, nom d’animal et nom de plante», in RPh 64, 1990, 89-97.
  • Ampolo – Manfredini 2012: C. Ampolo – M. Manfredini (a cura di), Plutarco. Le vite di Teseo e di Romolo, Milano 2012 [2006; 1988].
  • Beekes – van Beek 2010: R.S.P. Beekes – L. van Beek, Etymological dictionary of Greek, Leiden – Boston (Mass.) 2010.
  • Chantraine, DELG, II: P. Chantraine, Dictionnaire étimologique de la langue Grecque. Histoire des mots, Paris 1999 [1968].
  • Frisk, GEW, II: H. Frisk, Griechisches etymologisches Wörterbuch. II. ΚρΩ, Heidelberg 1967-1970.
  • Graz 1965: L. Graz, Le feu dans l’Iliade et l’Odyssée. Πύρ. Champ d’emploi et signification, Paris 1965.
DOI 10.25429/sns.it/lettere/lgnn0022
Menu